Render Dante “voce a voce” Studi sulla «Commedia» a confronto

Render Dante “voce a voce” Studi sulla «Commedia» a confronto
AA.VV.
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Codice Prodotto: 979-12-80697-22-6
Disponibilità: In Magazzino
Prezzo: 25,00€

Rosa Giulio e Alberto Granese, adat­tando un verso riportato in esergo, in Render Dante “voce” a “voce” mettono i loro Studi sulla «Commedia» a confronto, per verificarne convergenze e divergenze nella scelta alterna di argomenti affini e differenti.

Mentre la Giulio, ridiscuten­do la questione linguistica in Dante e l’interpretazione realistica in chiave an­tropomorfica della rappresentazione dei Giganti ribelli, attua una vera e propria svolta ermeneutica attraverso l’esegesi metaletteraria e la decrittazione delle ambiguità stilistiche del canto XXXI dell’Inferno, Granese, per rintracciare contiguità e distanza della cultura isla­mica in Dante, pone al centro il proble­ma dell’origine e destino dell’anima sulla base della lectio tenuta da Stazio nel can­to XXV del Purgatorio, dove le idee dei due pensatori arabi, Avicenna e Averroè, mediate da fonti latine, Alberto Magno e Tommaso d’Aquino, risultano funzio­nali, attraverso l’opzione diversificata per i loro rispettivi presupposti filosofici, alla riflessione metapoetica su una più solida, originale e credibile base struttu­rale del poema.

Se, poi, con un’analisi non generica delle pagine dedicate da Francesco De Sanctis alla terza Cantica, riesce a individuare nella sua incompren­sione del ruolo diegetico e del sostratoanalogico della transumptio, imprescin­dibile nel poema dantesco, la reale diver­genza del maggior critico della letteratu­ra italiana dagli studiosi moderni, influenzati dall’interpretazione figurale di Eric Auerbach, rivista in relazione alle tesi di Spitzer e Singleton, a sua volta, Rosa Giulio, affrontando la poesia del modernismo europeo da Eliot a Monta­le, costruisce in maniera innovativa il discorso critico a parte Dantis, in rappor­to alla diversità dei loro rispettivi conte­sti storici e alle non dissimili riflessioni sulla funzione e la continua trasforma­zione del linguaggio poetico, fino a co­gliere la poeticità intrinseca del procedi­mento allegorico e la sintesi fulminea nel creare sensibilmente gli oggetti, solo no­minandoli, di un poeta “concentrico”, come l’autore della Commedia. Nella se­conda parte, alle sollecitazioni della Giu­lio sulla concezione della Giustizia in Dante, ma anche in rapporto a quella di Petrarca e Boccaccio, e del problema della violenza sulle donne con la tragica vicen­da di Pia de’ Tolomei, Granese risponde con gli exempla di Traiano, che imperso­na il diritto e la pietà, e di Benedetto da Norcia, la cui Regola diventerà uno dei fondamenti della cultura europea.

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