L’autore studia i meccanismi del “travestimento” del teatro Shakespeareano attraverso un’analisi puntuale di Measure for Measure. Da Freud, il campo di riferimenti teorici e critici si slarga a comprendere Lacan, Orlando e Hjemslev, con gli anglisti Partridge e Serpieri, al fine di cogliere, in un processo di rinvii circolari e speculari, funzionalità e organicità non solo delle “forme del contenuto” ma anche e soprattutto delle “forme dell’espressione” a livello di codici linguistici, di lessemi, di sintagmi, di elementi retorici e stilistici, di considerazioni metaforiche e di spostamenti metonimici, di giuoco sottile e allusivo di ambiguità e doppi sensi, di vettori informativi interni e esterni al play.
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