La Riforma Agraria in Italia è stata una redistribuzione della proprietà delle terre coltivabili attraverso un'espropriazione che l'amministrazione compie nei confronti dei beni posseduti da grandi proprietari, latifondisti, per una successiva redistribuzione gratuita, o a prezzo agevolato, in favore dei coltivatori privi di proprietà. Nel 1950 lo stato Italiano tra le masse contadine, promuove l’attuazione della riforma agraria.
L’obiettivo della riforma è frenare la pressione dei contadini che minaccia la stabilità sociale , creando posti di lavoro nelle campagne e nelle aziende contadine, contenendo l’esodo della forza lavoro verso l’industria. D’altra parte, con la Riforma Agraria i grandi proprietari terrieri vengono indennizzati dei terreni meno produttivi loro espropriati e possono così investire i capitali ricevuti per l’esproprio nei terreni più produttivi. Perciò, se da un lato si attacca la rendita fondiaria, dall’altro si cerca di indirizzare la borghesia agraria verso investimenti capitalistici nelle campagne, elevando i livelli di produttività.