Con questa metafora, greca per le sue origini prossime, ma molto orientale per la sua genesi e, quindi, profondamente antica e radicata nella esperienza dell’uomo di tutti i tempi, i versi qui raccolti intendono testimoniare che un uomo storico, generato ed impastato “di terra”, ha vissuto e continua a vivere, giorno dopo giorno, la sua vera ed ultima fatica, l’impegno diuturno per conquistare il suo rifugio, il “giardino” del cosmo, ove, finalmente, ritrovarsi uomo e cioè essere e sentirsi “alieno”.
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