«Il personaggio di Lidia attraversa i secoli e le geografie compiendo un percorso non sempre lineare e alternando momenti in cui da personaggio di pura invenzione si trasforma in personaggio autoreferenziale: in principio, è un’incorporea presenza dal pensiero stoico-epicureo all’interno delle Odi latine di Orazio, mentre nella tradizione italiana del Barocco è presente come ninfa e come «mungitrice» nei versi di Giovan Battista Marino e di Claudio Achillini. Nell’Ottocento, grazie a Giosuè Carducci, diventa una donna reale oltre che letteraria, in quanto Lidia sarà il nome poetico di Carolina Cristofori Piva. Diverse sono poi le sue rappresentazioni nel Novecento italiano, ma anche europeo, in particolare portoghese: nelle Odi dell’eteronimo pessoano Ricardo Reis Lidia ritorna ad essere una fanciulla fantasmatica per poi trasformarsi in una sovversiva cameriera passionale e innamorata nel romanzo di Josè Saramago. In Italia, invece, con Pietro Tripodo e Antonio Tabucchi il personaggio di Lidia prende vita da una serie di esperienze biografiche e/o da reinterpretazioni moderne della tradizione classica. Eleonora Rimolo traccia nel suo libro un percorso critico che mira a ricostruire l’ “archeologia” e lo sviluppo di questo personaggio: una parabola da una primitiva non credibilità fino a una raggiunta credibilità. In tal modo, gli consente di rappresentare un’immagine possibile e persuasiva tra le varie e innumerevoli dell’uomo contemporaneo, permettendoci di gettare lo sguardo su un mondo costituito da individui e da unità sostanziali, che tenta di difendersi dal caos, dalla molteplicità pura, dalla permutabilità di tutto con tutto, attraverso il potere misterioso e immutabile della letteratura.»