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Le avanguardie del ‘900 hanno profondamente modificato la nozione stessa dell’arte, che ha assunto un altro modo di presentarsi e un altro modo di essere tra gli uomini.
Si tratta allora di ricostruire una genealogia dell’arte contemporanea e di cercare di capire perché e attraverso quali vicende tutto questo è accaduto.
La contaminazione con culture diverse da quella occidentale è stata sicuramente uno dei fattori del cambiamento, lo zen e il buddismo, ad esempio, hanno influito in un modo che è stato abbondantemente chiarito in sede critica ed ermeneutica.
E’ noto e riconosciuto come la New York del secondo dopoguerra sia diventata il centro dell’arte internazionale, sostituendo completamente Parigi; a New York esisteva una grande concentrazione di ebrei e molti artisti, critici, mercanti d’arte e collezionisti erano ebrei.
Il libro cerca allora di capire se l’ebraismo possa aver agito sulla configurazione che l’arte ha assunto in questo periodo, orientandola in un certo senso e favorendo la nascita di certi movimenti come l’espressionismo astratto, il minimalismo, il concettuale, il performativo.