Manzoni o del lieto fine, pubblicato in seconda edizione nel 1951, procurò notevole scompiglio soprattutto nell'ambiente napoletano, sia quello crociano che quello accademico, entrambi frequentati dall'autore. In un colpo solo Montano metteva in discussione consolidate letture di Manzoni e del sue romanzo, da De Sanctis alla scuola storica, a Croce e i suoi seguaci, dalla critica idealistica a quella cattolica a quella marxsista.