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Il teatro goldoniano non è fatto soltanto di storie di personaggi, ma da desideri, passioni ben regolate sulla superficie di quei personaggi, registrate sulla loro evidente concretezza.
La commedia di Goldoni è un teatro di superfici, non di superficialità, di evidenze che trattengono proprio sulla loro esteriorità la densità e la complessità delle relazioni, dei rapporti di cui quelle superfici non ne sono soltanto l'affiorare ma la consistenza stessa. In Goldoni quindi, quanto può apparire superficiale è, al contrario, come dire, lavoro in superficie, un esatto scrivere splendidamente conesso nelle sue parti (nelle sue edizioni), non tanto dalla fabula quanto dall'aver saputo esercitare un linguaggio, uno sguardo.